Descrizione
I re non possono godere del piacere di toccare una porta, o almeno questo era quanto sosteneva Francis Ponge; ma per tutti gli altri umani l’apertura di una porta può offrire un sottile godimento o un repentino brivido lungo la schiena. In un modo o nell’altro, questo peculiare oggetto tecnico agisce profondamente negli spazi in cui viviamo, consentendo il loro uso o negandovi l’accesso. Tali dispositivi sono stati pensati, in fondo, come strumenti di controllo fisico e sociale che agiscono sullo spazio dei luoghi che tutti noi abitiamo.
La porta è una compagna, una complice taciturna che, attraverso la sua presenza e la sua azione in un determinato ambiente, consente il dispiegarsi di una serie di performance. Alleate silenziose – o nemiche ineffabili – della vita quotidiana, come gran parte delle cose con le quali ci relazioniamo, le porte tendono a sparire dalla nostra vista, a rendersi invisibili pur avendo una presenza fisica non indifferente; eppure, attraversiamo queste macchine spaziali decine di volte in una giornata, senza neanche prestare attenzione alla loro azione divenuta ormai scontata.
Note biografiche
Gianluca Burgio è professore associato di Progettazione architettonica all’Università degli Studi di Enna “Kore”. Interpreta l’ambiente come reti di attori (tangibili e intangibili), le cui relazioni danno forma allo spazio. Nel 2021 è stato invitato a partecipare con un’installazione e con un video al Padiglione Italia della XVII Biennale di Architettura di Venezia. Sperimenta e ricerca un approccio alternativo all’architettura e in generale all’ambiente in cui viviamo con il collettivo Living Sphere, di cui è il fondatore.