Descrizione
Può esistere la libertà del dono, può esistere il dono autenticodi se stessi di cui parlava il Concilio Vaticano II, soltanto se “il caso serio” è una prospettiva reale: se nella vita c’è qualcosa per cui valga la pena anche – se necessario – morire. Una tale realtà dovrebbe essere costituita da beni indisponibili, che non devono mai essere deliberatamente lesi o distrutti. Appare dunque evidente che una morale che ci parli del caso serio ci porta a riflettere sulla questione del male intrinseco: esiste qualcosa che non devo mai fare? Solo se la risposta è “sì”, potrà verificarsi il caso serio della vita, cioè il caso di quell’amore più grande che dà la vita per i propri amici (cfr. Gv 15, 13).
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Stephan Kampowski è professore ordinario di Antropologia Filosofica presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, Roma. Inoltre, è professore invitato presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino (Angelicum), Roma.
I testi della collana Veritas Amoris riconoscono la verità dell’amore come chiave di comprensione del mistero di Dio, dell’uomo e del mondo e come luce per un approccio pastorale integrale e fecondo. La prospettiva della verità dell’amore aiuta a superare sia l’oggettivismo di una verità senza amore, che si limita ad imporre regole esterne alla libertà umana, sia il soggettivismo di un amore senza verità, per cui l’unico criterio per l’azione è l’autenticità delle proprie emozioni. Si tratta di un nuovo paradigma che, in piena fedeltà ai principi sorgivi della tradizione cattolica, propone una riflessione a partire dalla logica dell’amore.