Descrizione
Il libro mancante di un'ideale biblioteca della montagna
«Un libro che racconta, con distacco britannico, grande competenza e vasta documentazione, la storia alpinistica di questa leggendaria parete himalayana.» Alessandro Gogna
«È la parete più difficile di tutti gli ottomila. Una parete che toglie il respiro, che ridimensiona la grandezza dell’uomo e dell’alpinista. Una parete che fa sognare…» Questo scrive Hervé Barmasse della «dark side» del Lhotse che ha respinto per anni i migliori alpinisti italiani, jugoslavi, francesi, sconfitto per due volte Reinhold Messner, ucciso il polacco Kukuczka… Una parete di roccia e ghiaccio, costantemente spazzata dalle valanghe e soggetta a lunghi periodi di maltempo, di elevatissima difficoltà tecnica, la cui prima realizzazione rimane una delle controversie alpinistiche più discusse di tutti i tempi.
La storia di questa «Parete delle leggende» – a un certo punto divenuta l’obiettivo più importante dell’alpinismo mondiale tra la fine degli
anni Ottanta e l’inizio dei Novanta – e dei numerosissimi tentativi compiuti dai più forti alpinisti di tutti i tempi, è l’emblema stesso della storia dell’alpinismo himalayano e l’occasione per (ri)scoprire e (ri)scrivere una storia dell’alpinismo dell’Europa orientale. Sì, perché su una parete del genere solo i più resistenti, i più determinati, i più «duri» potevano sperare di avere successo, caratteristiche tipiche degli alpinisti dell’Est, troppo spesso trascurati dalla narrazione dell’alpinismo «ufficiale» fatta dai protagonisti occidentali.
Con grande preparazione, dovizia di particolari e foto inedite, dopo lunghe ricerche e interviste ai protagonisti stessi, e con la libertà di pensiero di chi racconta la montagna senza essere egli stesso un protagonista, l’autore ci regala il libro unico e irripetibile.
Note biografiche
Edward Morgan, nato in Inghilterra nel 1964, ha iniziato ad arrampicare mentre frequentava la facoltà di Matematica presso l’Università di Nottingham, e ha continuato a farlo negli ultimi quarant’anni in giro per il mondo (nel 1990 ha raggiunto la quota di 7200 metri sull’Everest, prima di dover rinunciare per rischio valanghe). Da sempre incuriosito dalla storia dell’alpinismo, è rimasto folgorato da quella poco nota della parete sud del Lhotse, su cui ha compiuto ricerche per oltre dieci anni. Grazie a documenti, interviste ai protagonisti delle più importanti spedizioni e a varie ricognizioni personali (compresa la partecipazione come ospite a una spedizione coreana nel 2017) ha potuto scrivere Lhotse South Face. Marito e padre di cinque figli, vive in Svizzera.