Descrizione
Semplicità, immediatezza, determinazione: le calligrafie del Maestro Mumon impressionano per la forza che esprimono. Ciò che apparentemente sembra frutto di un’azione artistica, svincolata da strette regole formali, in realtà presuppone un elevato grado di maestria e precisione tecnica: dalla preparazione dell’inchiostro con la pietra suzuri, all’utilizzo del pennello nel momento in cui viene intinto, fino alla pittura dei caratteri o dei disegni sul foglio. Niente è lasciato al caso. È formalizzato anche il modo con cui la mano deve afferrare il pennello, la posizione del corpo. L’azione in sé naturale della pratica calli- grafica è frutto di un apprendimento che ha superato l’esercizio tecnico fino a farlo diventare spontaneo. Ma questo non basta a fare di una calligrafia una buona calligrafia. Infatti il Maestro Mumon va ricordato come grande Maestro Zen. La calligrafia che aveva appreso in monastero, come solitamente avviene in Giappone nella formazione del monaco, era un modo di esprimere la sua realizzazione. Un modo, come egli ebbe a dire, “di far uscire la verità dal proprio cuore, cercando di farlo diventare come quello di un bambino appena nato o uno specchio che riflette tutto ciò che gli si pone davanti”.
Note biografiche
Yamada Mumon Roshi nacque il 16 luglio 1900 nella provincia di Aichi, in Giappone. Nel 1925 terminò il dottorato in filosofia presso l’Università buddista Hanazono di Kyoto. Nel 1929 entrò nel monastero Rinzai Tenryuji a Kyoto. Nel 1949 assunse l’incarico di rettore dell’Università Hanazono. Dal 1953 maestro, roshi, del monastero Shofukuji in Kobe. Dal 1963 presi- dente dell’Istituto di Cultura Zen di Kyoto. Fino alla morte, avvenuta il 24 dicembre del 1988, tenne innumerevoli conferenze sulla cultura zen in università, scuole, monasteri, televisioni. Partecipò a molte esposizioni di calligrafie in Giappone e all’estero. È riconosciuto come uno dei più grandi maestri zen contemporanei. Autore di 20 libri sullo Zen. Nel 1976 visitò l’Italia, ospite del Bukkosan Zenshinji di Scaramuccia a Orvieto, primo tempio Zen Rinzai in Europa, a cui diede il nome e dove ritornò nel 1979, in occasione di un incontro inter-religioso nel quale ebbe modo di incontrarsi con Giovanni Paolo II.