Descrizione
Tra le decine di classici ottocenteschi che oggi vengono riproposti o riutilizzati – in maniera spesso spregiudicata – per far fronte all’insaziabile fame di narrazione dei pubblici contemporanei, perché i più gettonati sono proprio Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Le avventure di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle e Dracula di Bram Stoker? Se l’epoca attuale rifunzionalizza solamente alcuni dei miti e delle figure dell’Ottocento per esorcizzare paure o soddisfare desideri sul piano simbolico, si potrebbe avanzare che le paure e i desideri tipici della modernità, seppur riadattati alle trasformazioni contemporanee, mantengano un nucleo profondo che non è variato di molto nel corso del tempo e che prescinde in buona parte dalle culture specifiche, visto il successo planetario.
Partendo dall’analisi delle ragioni che portarono al successo quelle opere nel periodo storico in cui furono pubblicate, l’obiettivo del libro è capire perché esse abbiano così tanto successo nell’attuale industria culturale transmediale, sia mainstream (cinema, neoserialità televisiva, videogame, fumetti) sia underground (fanfiction, social reading). Tali testi si pongono, infatti, come centri di riflessione su un immaginario, e su un lavoro intorno all’immaginario, che prende forma e si definisce nell’Ottocento, ma che – rifunzionalizzato – mantiene ancora oggi una sua forte centralità.
Note biografiche
Alessio Ceccherelli insegna Sociologia dell’educazione e Digital and Transmedia Storytelling presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il suo campo di ricerca riguarda le forme narrative nei media, la Media Education e le tecnologie didattiche.
Emiliano Ilardi insegna Sociologia dei processi culturali e comunicativi e Digital Storytelling presso l’Università degli Studi di Cagliari. I suoi principali ambiti di ricerca sono la sociologia dell’immaginario, la sociologia urbana, nonché la comunicazione e la valorizzazione dei patrimoni culturali materiali e immateriali.