Descrizione
La società americana è attraversata da una grave crisi sociale e istituzionale. Le sommosse seguite alla morte di George Floyd, l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e la deriva autoritaria che ha caratterizzato gli ultimi tempi della presidenza Trump, ne sono le manifestazioni più evidenti. Ma come spiegare che la nazione più potente del mondo sia corrosa al suo interno da una condizione di malessere diffuso? Per dare ragione di questo paradosso occorre ripercorrere la vicenda che ha portato la società americana dai fasti della “età dell’oro” al momento attuale, in cui gli straordinari progressi della new economy si coniugano con il degrado di intere categorie sociali. Fenomeni che appaiono permanenti in quanto originati da cause profonde e che, dunque, non sono destinati a scomparire con la sconfitta elettorale di Trump, nonostante l’avvento di un presidente che si è fatto portavoce di un radicale mutamento di rotta.
Note biografiche
Giuseppe Maione (Napoli, 1942) ha insegnato Storia Contemporanea e Storia dell’Economia Contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. Tra i suoi ultimi libri: Le merci intelligenti (2001), Lo Stato a una dimensione (2006), Ripensare il Sessantotto (2018). Per i nostri tipi ha pubblicato 1969. L’Autunno Operaio (2019).