Descrizione
I contributi raccolti in questo libro ruotano attorno a un’ipotesi di fondo: la Teoria critica prosegue e si rinnova oggi anche nella decostruzione delle discriminazioni di genere, di orientamento sessuale, di razza e di specie. Impegnatasi in maniera pionieristica sui temi della genesi critica dell’antisemitismo e della personalità autoritaria, essa ha contribuito – con i lavori di Horkheimer, Adorno, Fromm e Löwenthal – a scardinare i pregiudizi distruttivi e ad aprire la via della rivendicazione dei diritti delle differenze, poi al centro di orientamenti di pensiero cardinali – come il femminismo, i Gender studies, gli studi post-coloniali, l’animalismo. D’altra parte, lo “psicologismo” caratterizzante la diagnosi classico-francofortese dell’accecamento xenofobo, definito in termini di “proiezione morbosa” e di “paranoia”, per quanto lungimirante non è assunto in termini riduzionistici. Il rapporto fra potere e pregiudizio disegna un minaccioso circolo vizioso a più fattori, che il presente libro contribuisce a indagare e a smontare in tutta la sua estensione.
Contributi di: Nicola Emery Lorenzo Bernini Maria Giovanna Bevilacqua Massimo Filippi Nancy Frazer Manfred Gangl Martin Jay Silvio Joller Stefano Marino Giona Mattei Olivier Voirol
Note biografiche
Nicola Emery ideatore e curatore degli Incontri internazionali Max Horkheimer, con il suo libro Per il non conformismo. Max Horkheimer e Friedrich Pollock: l’altra Scuola di Francoforte (Roma, 2015; trad. ingl. Leiden-Chicago, 2021) ha fornito un contributo innovativo nell’ambito degli studi sulla Teoria critica. Autore di monografie e saggi, insegna filosofia ed estetica presso l’Accademia di architettura di Mendrisio, Università della Svizzera italiana.
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