Descrizione
In questo libro approfondiamo in una prospettiva psicoanalitica le ragioni che portano ad agire la propaganda terroristica in un percorso di radicalizzazione. Nel primo capitolo, si affronta la questione del rapporto fra Narcisismo, suicidalità e gratificazione immaginaria nel mondo giovanile contemporaneo e si discute sulla funzione del riscatto immaginario nella rete come elemento facilitatore del progetto di morte. Nel secondo capitolo si indaga la dimensione psichica dei migranti di seconda generazione e delle specifiche difficoltà che alcuni incontrano nel complesso lavoro di integrazione fra culture differenti. Nel terzo si indaga come l’adesione al progetto terroristico rappresenti una sorta di rito di passaggio capovolto, dominato dalla pulsione di morte che, anziché condurre a una nuova nascita, esita in una dimensione totalmente suicidale. Nel quarto infine si affronta il tema della ricerca dell’origine come progetto impossibile di ritorno in un luogo da sempre perduto. Si sottolinea come la nostalgia dell’oggetto perduto costringa a un blocco evolutivo che si adatta alla fascinazione delle narrazioni più violente.
Note biografiche
Antonio Piotti è filosofo, psicoterapeuta, socio della Fondazione e della Cooperativa Minotauro. Ha pubblicato: con G. Pietropolli Charmet, Uccidersi. Il tentativo di suicidio in adolescenza (2009); Il banco vuoto. Diario di un adolescente in estrema reclusione (2012); con R. Invernizzi, Riscrivere la speranza. Storia di un’adolescente che voleva morire e ha imparato a volare (2017); con G. De Monte, Quando una scuola viene ferita. Interventi dopo il suicidio di uno studente (2017).
Autori Vari