Descrizione
Perché nei prodotti dell’industria culturale di oggi l’archetipo del fanciullo e l’ambientazione degli anni Ottanta spesso coincidono? Quali metafore esprime l’immaginario rappresentato in questi prodotti? C’è un fi lo conduttore tra quel decennio e i giorni nostri? E se ne può parlare in termini di durata (breve? media? lunga?) di un processo storico e culturale? Lo scopo principale di questo libro è cercare di rispondere a queste domande. Per fare ciò si tornerà virtualmente indietro nell’Italia degli anni Ottanta: l’unica potenza industriale occidentale che fa il suo ingresso nella videosfera – l’era della tv a colori secondo Régis Debray – contemporaneamente all’avvento della società dell’informazione, caratterizzata, secondo Manuel Castells, dall’abilità tecnologica nell’impiegare come forza produttiva diretta la superiorità della specie umana nella capacità di elaborare simboli. È la ragione per cui l’Italia è il laboratorio mediale ideale per capire cosa sta accadendo nella mediasfera occidentale di quel decennio. Decennio in cui si acuisce la competizione tra le più disparate forme di comunicazione (i media-linguaggio: cinema, televisione, videogame etc.), alimentata dal fi orire di nuovi dispositivi tecnologici (i media-oggetto) sempre più all’avanguardia.
Note biografiche
Mario Garzia si è laureato in Scienze della comunicazione e in Filosofi a e teorie della comunicazione all’Università di Cagliari. Con una borsa di ricerca ha partecipato come sceneggiatore al progetto cluster top-down “PAC-PAC: videogiochi d’avventura e fi ction interattive point-and-click per la promozione del patrimonio ambientale e culturale”, sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura dello stesso ateneo. È stato autore e conduttore radiofonico e televisivo. È giornalista pubblicista.