Case, amori, universi

Autore:
Editore:
Anno:
2019
ISBN:
9788834601006
DRM:
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Descrizione

Il piccolo Clé, alter ego dell’autore, è un bambino ribelle e vivacissimo, dalla memoria prensile e dalla curiosità insaziabile. Infinite per lui sono le fonti di stupore, gioia e conoscenza: la saggezza dei contadini toscani e i libri fotografici sull’Oriente della mamma inglese, la visione della nebulosa di Andromeda e i discorsi raffinati degli scrittori ospiti dei genitori. Fin da bambino, Maraini sperimenta così le differenze tra il mondo della natura, di tutto ciò che è esterno a noi, e il nostro mondo interiore, che si esprime a seconda degli uomini, delle epoche, delle religioni e delle civiltà. Il compito dell’uomo che voglia vivere una vita piena, comprendendo davvero ciò che lo circonda, è costruire ponti tra questi mondi. È quello che Maraini farà per tutta la vita, saltando di paese in paese, di cultura in cultura, di civiltà in civiltà con lo stesso vitalismo festoso con cui da ragazzo balzava da un albero all’altro. Questo libro, romanzo autobiografico di una vita meravigliosa, è stracolmo di avventure esotiche e domestiche, del corpo e della mente. Tutto – dalla scoperta dell’eros in Maremma a quella del Budda nel remoto Tibet, dai durissimi mesi passati in un campo di concentramento giapponese alle spedizioni alpine – rappresenta un’irripetibile occasione offerta dal girotondo dell’esistenza, che questo esploratore innamorato accoglie sempre e comunque con pienezza e gratitudine.


Note biografiche

Fosco Maraini (Firenze 1912-2004) è stato etnologo, antropologo, orientalista, scrittore, viaggiatore, fotografo e alpinista. Laureatosi in Scienze naturali, ha compiuto la sua prima spedizione in Tibet nel 1937. Ricercatore alle Università di Sapporo e Tokyo, ha insegnato Lingua e letteratura giapponese all’Università di Firenze. La sua opera è in corso di ripubblicazione in una nuova edizione presso La nave di Teseo. “ In certi momenti la scrittura di Fosco mi ricorda Collodi, lo scrittore che ha avuto la capacità di rendere universale un toscano fiabesco e divertito, mai convenzionale o affettato, sempre attento ai dettagli, sempre sorpreso delle stravaganti e pulsanti capacità vitalistiche della lingua. A me pare che Carlo e Fosco conoscessero ambedue la gioia delle piroette del pensiero, mai gratuite o fini a se stesse, ma mobili esempi di una tendenza alla ricerca profonda delle connessioni.” Dall’introduzione di Dacia Maraini

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