Descrizione
Non è un ritorno, quello di Max Aub nella sua Spagna, ma solo una “scappata” di un paio di mesi per scrivere un libro su Buñuel e per vedere con i suoi occhi il cambiamento tanto descritto dagli amici. Siamo nel 1968 e, dopo 30 anni passati in esilio in Messico, il ritorno nella penisola lo porta a scrivere un diario dove annota i pensieri, le conversazioni, gli incontri e la nuova Spagna, che fatica a riconoscere. Nasce così A mosca cieca. Un diario molto personale, un panorama sulla Spagna dell’epoca. La visione di un esiliato che vuole rivivere una gioventù, vuole rivivere una Valencia, una Barcellona, una Madrid ormai lontane. Tutto è cambiato, lo scorrere del tempo, lo Stato, il paesaggio e le menti degli spagnoli, che s’illudono di vivere in una condizione di libertà che non c’è più e che regala loro un falso benessere.