Descrizione
Il saggio di Jean Lassègue ruota attorno alla teoria della forma simbolica, punto nevralgico della filosofia di Ernst Cassirer (1874-1945). Finora gli studi cassireriani hanno concepito le forme simboliche descritte da Cassirer (il linguaggio, il mito e la conoscenza scientifica) come assimilabili a categorie che consentono un certo tipo d’oggettivazione e di ontologia. Rovesciando quest’interpretazione, Lassègue mostra che le forme simboliche assomigliano piuttosto a principi generatori transcategoriali, di cui linguaggio, mito e conoscenza scientifica sono alcune esemplificazioni storico-epistemologiche. In questo modo, il libro mostra il ruolo che Cassirer gioca oggi nel dibattito che oppone naturalizzazione della cultura e culturalizzazione della cognizione. Cassirer propone una filosofia della cultura in cui il motore della vita sociale è la trasformazione collettiva delle forme portatrici di senso: capirla implica elaborare metodi capaci di confrontarsi direttamente con questo fenomeno in quanto originario.
Note biografiche
Jean Lassègue è ricercatore al CNRS e direttore del laboratorio LIAS (Linguistique, Anthropologique, Sociolinguistique) dell’Istituto Marcel Mauss (École des Hautes Études en Sciences Sociales) di Parigi. Filosofo ed epistemologo, i suoi lavori spaziano dall’evoluzione delle forme simboliche e scientifiche all’antropologia della scrittura, alla critica ai modelli utilitaristi in antropologia. Fra le sue pubblicazioni più importanti: Turing, 2003; Justice digitale, 2018.