Descrizione
La Philosophie du progrès è un opuscolo costituito da un Avant-propos e due lettere, che Proudhon redige con l’intento di rispondere alle domande di Romain Cornut (1815 - ?), avvocato e pubblicista francese.
“Ciò che domina in tutti i miei studi, ciò che ne fa il principio e la fine, la cima e la base, la ragione, in una parola: ciò che dona la chiave di tutte le mie controversie, di tutte le mie disquisizioni, di tutte le mie deviazioni; ciò che costituisce, infine, la mia originalità come pensatore, se posso attribuirmene alcuna, è che affermo risolutamente, irrevocabilmente, in tutto e per tutto, il Progresso, e che nego, non meno risolutamente, in tutto e per tutto, l’Assoluto”: così Proudhon decide di aprire la prima delle due lettere. Lo scopo è quello di tracciare le linee di una scienza che permetta di fare dell’agire storico qualcosa di calcolabile, emancipando l’uomo da ogni azione che sia affidata, nel suo compimento, a qualsivoglia fede. Solo così sarà possibile riformare la società, dal momento che “La teoria del Progresso è il binario della libertà”.
Note biografiche
Pierre-Joseph Proudhon (Besançon 1809 - Parigi 1865), uomo politico, economista, è il primo pensatore a definirsi positivamente anarchico e, pertanto, a essere ritenuto il padre della corrente anarchica in seguito definita socialismo libertario. La sua intensa attività politica si svolse sia come pubblicista, sia in maniera diretta, con l’elezione nel 1848 all’Assemblea nazionale – fino a portarlo, a causa di una tenace opposizione a Napoleone III, all’incarcerazione (1849-52) e in seguito all’esilio.
Fu critico tanto del capitalismo quanto del socialismo utopistico in nome della propria concezione della proprietà: né privata come nel primo caso, né collettiva come per i socialisti. Egli propose una differente e per molti versi controversa definizione della proprietà, che mette capo alla possibilità di ciascuno di godere dei frutti del proprio lavoro e di questi soltanto. Saranno poi questi ultimi a diventare oggetto di scambio, secondo la dottrina da lui concepita, del mutualismo.