Descrizione
Simon Schama, autore di Gli occhi Rembrandt e La storia degli ebrei
««Il catalogo dei libri naufragati è un’opera d’immaginazione che rispetta però l’origine delle fonti, dove la magnificenza del racconto si fonde opportunamente all’erudizione. La “biblioteca che avrebbe raccolto tutto” divenne un labirinto borgesiano di “meraviglie sconcertanti”. Wilson-Lee la descrive con passione e costella il suo racconto di elenchi, incantatori e quasi magici, degni di un Rabelais». »
«Literary Review» - Felipe Fernández-Armesto
«Leggete questo libro, vi lascerà senza fiato. Portatelo con voi in spiaggia, in campagna, ovunque. E grazie a Edward Wilson-Lee per averlo scritto, e con un tale senso di grazia vitale.»
Simon Schama, autore di Gli occhi Rembrandt e La storia degli ebrei
«Il catalogo dei libri naufragati è un’opera d’immaginazione che rispetta però l’origine delle fonti, dove la magnificenza del racconto si fonde opportunamente all’erudizione. La «biblioteca che avrebbe raccolto tutto» divenne un labirinto borgesiano di «meraviglie sconcertanti». Wilson-Lee la descrive con passione e costella il suo racconto di elenchi, incantatori e quasi magici, degni di un Rabelais.»
«Literary Review» - Felipe Fernández-Armesto
Ci sono storie che a sentirle raccontare, o a leggerle, non sembrano vere; il potere della loro fascinazione ci attrae, però, fino ad ammaliarci e a lasciarci senza fiato. La storia di Fernando Colombo, figlio naturale di Cristoforo Colombo, è una di queste: capace di irradiare meraviglia e stupore, e – al contempo – di ridisegnare la nostra conoscenza del mondo.
Fernando Colombo, cadetto illegittimo dello scopritore delle Indie occidentali, Ammiraglio e conquistatore dei regni oltre il grande Mare Oceano per conto della Corona di Spagna.
Hernando Colón, figlio bastardo, eppure profondamente amato, primo biografo di Cristoforo, viaggiatore avventuroso egli stesso, che con le Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo ci ha lasciato il resoconto delle alterne fortune dei quattro viaggi del padre nelle Americhe.
Fernando, lettore onnivoro e vorace, preso da bruciante passione per una nuova e dirompente invenzione, la stampa a caratteri mobili, che in pochi anni rivoluzionò il mondo, al pari delle scoperte geografiche paterne.
Fernando, smanioso classificatore di ogni libro che sia mai stato stampato, raccoglitore di ogni foglio mai prodotto da un torchio, corrispondente di Albrecht Dürer, Erasmo da Rotterdam, Aldo Manuzio; viaggiatore umanista ossessionato dal principio di catalogazione, perennemente in corsa – di città in città (Siviglia, Granada, Toledo, Londra, Milano, Venezia, Strasburgo, Colonia, Magonza e così via) –, alla ricerca spasmodica e costante delle migliori e ultime novità: i libri più belli – magnifica perversione – curati al meglio, stampati coi caratteri più chiari e puliti, sulla carta più durevole, e nella confezione più raffinata.
Fernando, compilatore di liste vertiginose, inventore della prima biblioteca universale, catalogo dei cataloghi, che contenesse tutto il sapere umano, concepita come una macchina viva, un organismo vivente, che respira, si ammala, perde i pezzi, guarisce e sopravvive.
Fernando Colombo e la sua biblioteca, monumento del Rinascimento europeo; Fernando e i suoi libri che sono andati perduti, trafugati, bruciati, che sono persino naufragati, eppure hanno resistito e sono sopravvissuti fino a noi, fino ad oggi.
Il catalogo dei libri naufragati è un libro fuori dall’ordinario; contiene mondi, sogni, smanie, è un’appassionata dichiarazione d’amore per il sapere, un racconto di sconcertante immaginazione che fonde lo splendore di un’erudizione profonda alla sensibilità e alla vivacità dell’ingegno umano.