Descrizione
L’innovazione sta scardinando i parametri del vissuto individuale e collettivo, tanto da rovesciare l’interrogativo su cosa l’uomo possa fare della tecnologia nel suo inverso: cosa la tecnologia possa fare dell’uomo. Il digitale è divenuto la trama stessa delle nostre vite, agente potentissimo di trasformazione sociale e politica, struttura e sovrastruttura insieme, testo e contesto: la cornice entro cui si svolge ogni espressione dell’uomo, tra “volontà di potenza” della tecnica e difesa delle libertà.
Le implicazioni di questa “rivoluzione” si irradiano in ogni ambito della vita privata e pubblica: i dati (propri e dei propri “amici”) ceduti dai social alle app per fini di marketing politico, il cyberbullismo, le immagini dei minori cedute per pochi euro o violate, l’hate speech, l’oblio, le fake news, le intercettazioni e la cronaca giudiziaria, la libertà del lavoratore, la sanità digitale, il testamento biologico, la cybersecurity, l’intelligence, la trasparenza, la tutela del consumatore e i big data. Sono, questi, solo alcuni degli aspetti del rapporto tra l’uomo e la tecnica, la vita e la rete, il diritto e il potere, sui quali il libro riflette per delineare una vera e propria etica per l’algoritmo, che riporti la persona al centro di un cambiamento altrimenti dispotico e distopico, coniugando dignità e innovazione, libertà e sviluppo, diritti e progresso.
«Questo è un libro sulla libertà. Non si limita alla denuncia dei rischi connessi all’abuso della rete, ma traccia le linee di una civiltà della rete, per ridurne i rischi e moltiplicarne i vantaggi».
Luciano Violante