Descrizione
In cima a una collina nel Monferrato c'è il pezzo di terra dove, un giorno, è approdata Lorenza Zambon con un piccolo gruppo di artisti, «in cerca di casa e di teatro».
La casa c'era, anche se diroccata; gli alberi avevano quasi cento anni, il pozzo e la cisterna molti di più, ma in decenni di abbandono tutto era stato invaso e ricoperto da un intrico di vegetazione.
Il primo gesto dei nuovi arrivati, dettato dalla paura di quella natura primordiale, fu ripulire, ridisegnare, svuotare. In quel vuoto prese forma il teatro; il pezzo di terra divenne, come avrebbe detto Hermann Hesse, una creazione. Un giardino.
Alla scoperta di questa terra e della sua essenza più profonda ci guida Lorenza Zambon nelle pagine dense e allo stesso tempo limpide di questo libro. Nel suo microcosmo «lungo novantaquattro passi» incontriamo stagioni e personaggi, umani, animali e naturalmente vegetali, i loro colori, forme, profumi. Cose buffe e cose misteriose, come i vermi, la luna, l'aria; come la bellezza, il tempo, la storia e il mistero dell'appartenenza al nostro essere qui, e ora. Nel pezzo di terra ora è tracciato un sentiero, per sentirsi liberi, creativi e ritornare bambini mentre si diventa grandi.
La casa c'era, anche se diroccata; gli alberi avevano quasi cento anni, il pozzo e la cisterna molti di più, ma in decenni di abbandono tutto era stato invaso e ricoperto da un intrico di vegetazione.
Il primo gesto dei nuovi arrivati, dettato dalla paura di quella natura primordiale, fu ripulire, ridisegnare, svuotare. In quel vuoto prese forma il teatro; il pezzo di terra divenne, come avrebbe detto Hermann Hesse, una creazione. Un giardino.
Alla scoperta di questa terra e della sua essenza più profonda ci guida Lorenza Zambon nelle pagine dense e allo stesso tempo limpide di questo libro. Nel suo microcosmo «lungo novantaquattro passi» incontriamo stagioni e personaggi, umani, animali e naturalmente vegetali, i loro colori, forme, profumi. Cose buffe e cose misteriose, come i vermi, la luna, l'aria; come la bellezza, il tempo, la storia e il mistero dell'appartenenza al nostro essere qui, e ora. Nel pezzo di terra ora è tracciato un sentiero, per sentirsi liberi, creativi e ritornare bambini mentre si diventa grandi.
Note biografiche
Lorenza Zambon, attrice giadiniera, si unisce alla società di produzione e promozione teatrale Casa degli alfieri nel 1981, provenendo da Padova dove si era formata nel Centro Universitario Teatrale, quello «storico» Teatro Popolare di Ricerca diretto da Lorenzo Rizzato, una delle prime formazioni sperimentali venete e punto di riferimento di tante generazioni di attori.
Da allora condivide un lungo percorso di ricerca e creazione che ha portato a realizzazioni teatrali quali, tra le molte altre, Galileo, Van Gogh e Creature di Luciano Nattino assieme ad Antonio Catalano, Il valzer del caso di Victor Haim e Giorni felici di Samuel Beckett, in cui è protagonista, e i fortunati duetti La barca di Gerard Gelas con Alessandro Haber e Maudie e Jane di Luciano Nattino da Doris Lessing, con Judith Malina del Living Theatre.
Dal 2001 è ideatrice e direttrice artistica del festival Naturalmente arte (teatro, eventi-spettacolo, incontri intorno al rapporto fra arte e natura), il primo festival teatrale nazionale profondamente dedicato al rapporto fra l’arte e la natura.