Descrizione
La diffusione del tabacco nel corso del XVII secolo rappresentò una grande novità per la popolazione della penisola italiana, e introdusse non solo nuovi consumi ma anche nuove pratiche sociali. La rapida e massiccia estensione dell’uso della foglia americana attirò immediatamente l’attenzione dei governanti, alla continua ricerca di nuove fonti fiscali in grado di sostenere le crescenti spese belliche. Con una conseguenza: la tassazione del tabacco e il relativo aumento dei prezzi ne alimentarono immediatamente il contrabbando, attività i cui protagonisti furono in gran parte ceti e categorie privilegiate (clero, nobiltà e militari).
E così questo studio sul tabacco finisce per fornire un ampio affresco dell’antico conflitto tra diritti collettivi dello Stato e sacche di privilegio personale e territoriale, a partire dalle prime testimonianze seicentesche sulla sua diffusione fino alla stagione napoleonica, allorché le autorità “italiane” seppero dare compiuta realizzazione a molti progetti abbozzati o avviati nel corso dei secoli precedenti.
Note biografiche
Stefano Levati insegna Storia moderna e Storia culturale dell’età moderna presso l’Università di Milano. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo «Viaggio di quasi tutta Europa colle viste del commercio dell’istruzione e della salute»: lettere di Giacomo e Paolo Greppi al padre (1777-1781) (con G. Liva, 2006) e La “buona azienda negli eserciti prepara la vittoria… e genera l’economia”. Appalti, commissari e appaltatori nell’Italia napoleonica (2010).