Descrizione
A differenza dei tanti uomini pronti a misurarsi in quella che considerarono un'eroica ed elettrizzante avventura, le donne italiane non invocarono la guerra.
Ci fu poi un gruppo di utopiste, legate a una rete internazionale di militanti, che avanzò una ferma critica al sistema di potere maschile. Per quella élite di femministe e di suffragiste erano gli uomini a capo dei governi e della diplomazia, che sceglievano di dirimere i conflitti tra le nazioni attraverso lo strumento della guerra, a provocare dolore e spargimenti di sangue. Per questo motivo, negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento e nel corso del primo conflitto mondiale, chiesero più diritti e più democrazia per le donne e sollecitarono la loro partecipazione nelle decisioni sulle vicende nazionali e internazionali.
Note biografiche
Stefania Bartoloni insegna Storia contemporanea e Storia delle donne e di genere in età contemporanea presso l'Università degli Studi Roma Tre. È tra le fondatrici della Società Italiana delle Storiche. Tra le sue pubblicazioni: Italiane alla guerra. L'assistenza ai feriti (1915-1918) (Marsilio 2003, nel 2004 Premio Gisa Giani, Premio Capri-San Michele e Premio Feudo Città di Maida); Il fascismo e le donne nella «Rassegna femminile italiana» 1925-1930 (Biblink 2012); La Grande Guerra delle italiane. Mobilitazioni, diritti, trasformazioni (a cura di, Viella 2016).