Descrizione
Il Duomo è l'icona di Milano. Tra i numerosi monumenti del capoluogo lombardo è infatti la cattedrale quello più emblematico della città e della sua storia. Edificio di immenso valore artistico, merita di essere conosciuto anche per le complicate vicende della sua costruzione.
Nel 1386 l'Arcivescovo, Antonio da Saluzzo, e il Duca si accordarono sulla necessità di costruire una nuova chiesa cattedrale in sostituzione dell'antica S. Maria Maggiore e furono avviati i lavori con le fidate maestranze lombarde. Tuttavia il loro stile antiquato non era forse del tutto gradito a Corte. Per questo a Simone da Orsenigo subentrò il parigino Nicolas de Bonaventure, i mattoni «faccia a vista» vennero sostituiti con il roseo marmo delle cave di Candoglia, e si iniziò la ricerca di ingegneri esperti presso le corti e i cantieri di tutt'Europa. Alcuni fra questi misero però in dubbio l'affidabilità statica delle strutture e, alimentando insicurezza e sfiducia, bloccarono di fatto il cantiere.
Per ristabilire la necessaria serenità e rassicurare i committenti venne convocato a Piacenza un autorevole matematico che conosceva bene la pratica di cantiere, il gergo dei maestri ingegneri e il disegno tecnico, possedendo in pari tempo una solida cultura nutrita di quella filosofia scolastica che dominava nelle Università. Noto come Gabriele Stornaloco, in realtà apparteneva all'influente famiglia piacentina degli Scovaloca, ricchi mercanti, banchieri di fiducia del Papa e importatori di lane dall'Inghilterra. Sulla base dei dati analitici e dei grafici della sua relazione magistrale, redatta dopo un accurato sopralluogo, venne eseguito, com'era prassi abituale, un modello di legno e quindi fu convocata una disputa solenne, con il rituale in uso nelle Facoltà di Arti, alla presenza di tutti i maestri ingegneri e architetti e delle massime autorità della Fabbrica. Furono discussi undici "dubia", che rappresentavano le questioni più controverse, con un esito nei voti delle delibere di unanimità quasi totale. Qualche critico malevolo venne allora licenziato e la grande opera riprese lo slancio iniziale.
Nelle pagine di questo saggio Giuseppe Valentini ci proietta nella Milano della fine del XIV secolo, immergendoci nell'affascinante mondo dei costruttori di cattedrali e restituendoci un'epoca ricca d'arte e di bellezza.
Note biografiche
Giuseppe Valentini nasce a Roma nel 1938. Completa gli studi tecnici a Milano, dove frequenta la Scuola d'Arte Applicata del Castello Sforzesco e trova lavoro nei grandi cantieri delle centrali elettriche.
A Piacenza partecipa al dibattito sulla difesa del patrimonio architettonico storico e dell'edilizia storica minore ed è accolto nel gruppo di amici che Giuseppe Bacchelli, fratello dello scrittore Riccardo, riunisce a Bologna. Collabora a «Libertà», l'antico quotidiano di Piacenza, alla rivista «Civiltà Ambrosiana», al «Bollettino Storico Piacentino» che pubblica una sua interpretazione della porta ermetica solstiziale della chiesa piacentina di S. Francesco.
Nel 1992 licenzia la prima edizione del libro sul Duomo di Milano, ora riproposto in una edizione riveduta e aggiornata. Nel 2009 pubblica uno studio su Grazzano Visconti, il borgo artigiano creato dal conte Giuseppe Visconti di Modrone, insieme con l'architetto Alfredo Campanini, come una grande scuola-laboratorio, dalla forte ispirazione umanitaria, per la rivalutazione delle arti fabbrili.