Descrizione
Il decostruzionismo, il cui teorico più rappresentativo è stato il filosofo Jacques Derrida, rappresenta l'esito più radicale di una tensione presente nella cultura filosofica contemporanea, ossia quella che vuole oltrepassare in modo critico la cosiddetta tradizione metafisica, una complessa forma della filosofia che complessivamente suppone sia possibile esprimere sulla realtà proposizioni incontrovertibili all'interno di certe condizioni.
Caratteristica peculiare del decostruzionismo è negare e insieme praticare la possibilità dell'oltrepassamento della metafisica, costruendo tale possibilità nella pratica della scrittura.
Una sintesi ricca e chiara che documenta le origini, gli esiti e le eredità di un movimento dai molti volti.
Note biografiche
Docente di Estetica all’Università Cattolica di Milano, si è occupato del rapporto tra estetica e ontologia nell’età moderna e contemporanea e del rapporto tra estetica e nuove tecnologie. Tra le sue pubblicazioni: Estetica del virtuale (2005); Logos estetico (2012); L’invisibile sensibile (2012); Relazione e virtualità (2013).