Descrizione
Il 150º anniversario dell'Unità è un appuntamento che i cittadini, e soprattutto i giovani, non devono perdere! Non tanto per celebrare l'Italia, quanto per riscoprire i suoi straordinari protagonisti, uomini che hanno offerto la vita al nostro Paese e che, per «ragioni di Stato», non ci sono stati «raccontati» nella loro luce più autentica e genuina.
Tra i principali «apostoli» dell'Unità si erge la figura carismatica di Giuseppe Garibaldi, spirito geniale, fiero, leale, fantasioso, generoso, determinato e altruista, che mise al primo posto nella scala dei propri valori l'ideale di servire fedelmente la Patria, anteponendolo a qualsiasi interesse personale.
Questo volumetto, redatto in buona parte con il linguaggio e l'entusiasmo di un «ragazzo» che parla ai suoi coetanei, costituisce l'occasione per riscoprire l'animo e le idee di un grande paladino dell'uguaglianza tra gli uomini e tra i popoli.
Il pensiero e le azioni del prode condottiero, convinto repubblicano, infatti, sono stati rivisitati e commentati da storiografi filo-monarchici, i quali si sono spesso limitati a «glissare» sul suo orientamento politico, evidenziando in prevalenza i tratti di un eroe popolare, semplice e idealista, straordinario ma ingenuo sognatore.
L'immagine di un Garibaldi «egualitario, libertario e socialista» (testimone delle concezioni del filosofo francese Saint-Simon) non è mai stata evidenziata nemmeno dalla successiva storiografia cattolico-integralista, che mal sopportava il suo forte anticlericalismo, temendo soprattutto che la visione utopistica dell'«eroe socialista» offrisse pericolosi stimoli ideologici e rivoluzionari, capaci di coinvolgere le masse.
Anche l'odierna classe politica non è in grado di riconoscergli i giusti meriti né tantomeno lo prende a modello, in quanto l'«eroe dei due Mondi», come ricompensa per il suo valore e per i numerosi servigi prestati alla sua terra, poté costruirsi solo una modesta azienda agricola, ricevendo in dono, anche dopo le più sfavillanti vittorie, soltanto qualche misero sacco di sementi!
Agli occhi dei nostri attuali governanti, il generale «nizzardo» può addirittura apparire una figura pericolosa, un esempio da non seguire per l'umiltà, l'onestà e la sincerità dei suoi sentimenti e per la scelta di vita rurale, integra e castigata che condusse nell'amata Caprera.