Descrizione
Nel clima di paura e di risentimento reciproco che ha seguito l’11 Settembre, un Occidente ed un Islam, pensati come unitari e monoculturali, si contrappongono secondo una logica immaginaria, lontana dalla realtà storica, che è plurale, dinamica, spesso internamente contraddittoria.Per opporsi a questa logica, l’autrice propone uno strumento concettuale non ancora utilizzato nelle scienze sociali, l’ambivalenza culturale. L’ambivalenza culturale, cioè la convivenza di comportamenti e sentimenti opposti e interdipendenti, accompagna infatti gli individui e i gruppi culturalmente diversi che s’incontrano in condizioni asimmetriche di potere. L’ambivalenza è ciò che permette la comunicazione interculturale e il cambiamento quando i culturalmente diversi si stabiliscono a vivere vicini. La figura dello straniero e quella dell’altro, viene utilizzata come strumento concettuale per ripensare gli interrogativi cui i sostenitori del multiculturalismo non hanno risposto in modo soddisfacente. In questo senso, il libro colma un vuoto che si riscontra nelle ricerche degli ultimi anni, consentendo una lettura meno unilaterale dei conflitti culturali.