Descrizione
Verso le tre del pomeriggio del 31 maggio 1970, un terremoto dell’ottavo grado della scala Richter sconvolge le zone montuose del Perù. Cinquanta milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio si staccano dal monte Huascaran e piombano su un ghiacciaio 500 metri più in basso ad una velocità di oltre 300 km/h, disintegrandosi. Durante il percorso sul ghiacciaio la frana raccoglie acqua e neve, autolubrificandosi e acquisendo velocità tra i 280 e i 335 km/h. Materiale roccioso viene lanciato nell’aria; macigni di parecchie tonnellate raggiungono distanze di chilometri ad enormi velocità polverizzando case, uccidendo persone, e lasciando un paesaggio di crateri simile a un campo bombardato. Ma la vera devastazione deve ancora cominciare. Continuando il suo percorso di morte, la massa si trasforma in un flusso di detriti simile a un fluido viscoso, chiamato debris flow; un lobo investe la città di Yungay, seppellendo 18000 persone sotto una coltre fangosa spessa trenta metri. Il tragico evento del monte Huascaran riunisce una serie di fenomeni di dinamica delle frane: il distacco dovuto alle scosse di terremoto, la caduta libera seguita dalla disintegrazione, il moto lubrificato su ghiacciaio, le enormi velocità raggiunte. Questo libro è un’introduzione semplice e diretta alla dinamica delle frane, ovvero ai processi compresi tra il distacco della frana e l’arresto. Esistono molti libri sia sulla descrizione geologico-geotecnica delle frane, sia sui problemi di stabilità dei pendii; molto meno è stato scritto a livello introduttivo sulla dinamica. Scopo del testo è di fornire un’infarinatura sull’argomento agli studenti italiani di scienze della Terra, geologia applicata, ingegneria civile, scienze ambientali, e anche agli studenti di fisica e matematica con interesse per le scienze della Terra. Il libro può inoltre essere utile ai ricercatori che non siano già specialisti di questo argomento. Gli appassionati di geologia e scienze naturali con una conoscenza di base di matematica e fisica potranno inoltre avvicinarsi all’importante e affascinante studio delle catastrofi naturali. Oggi e ancora di più in futuro diverrà molto vantaggioso per il geologo e il naturalista dotarsi di una comprensione fisico-quantitativa della dinamica della superficie terrestre.