Descrizione
Questo libro di Giulio Ferroni prende avvio da vicende personali, dal primo sorgere di una passione per la letteratura negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza: erano gli anni di un’Italia appena uscita dalla tragedia della guerra mondiale, presa nel vortice della ricostruzione, in cui i libri e la letteratura potevano presentarsi ad un ragazzo ingenuo e appassionato come oggetto di desiderio, apertura verso il mondo, promessa di conoscenza. Persone umili e semplici, situazioni di vita quotidiane, prime letture e scoperte di imprevisti territori, occasioni e incontri della vita scolastica, suggestioni del gioco e dello sport, vengono a costituire la trama su cui qui si disegna il senso di un rapporto vitale con l’universo dei libri e delle scritture, che porta a cercarvi sempre qualcosa di essenziale, a ritrovare in essi la forza di vere esperienze, contro l’esteriore indifferenza, l’esibizione in superficie, il gioco di trasgressione programmatica che se ne fa in tanta comunicazione contemporanea. Al percorso personale si accompagna una riflessione sullo stato attuale della letteratura, sui tanti pericoli che attualmente gravano su di essa, tra dominio dei media e della pubblicità, incontrollabile proliferazione della produzione: di fronte a questi pericoli, intrecciati ai più radicali pericoli che minacciano il mondo, si riafferma la sua funzione di coscienza, di difesa della memoria, di responsabilità per il futuro: e si prospetta la necessità di una vera e propria “ecologia della letteratura”.