Descrizione
Dietro la metafora botanica dell’innesto, il volume individua gli ambiti di ricerca che, negli ultimi trent’anni, hanno costituito i luoghi di incontri possibili, desiderati, ma a volte mancati, fra la storia sociale, delle donne e di genere.
I saggi qui raccolti discutono, da punti di vista diversi, alcune parole chiave, per valutare le innovazioni, le modificazioni dei linguaggi narrativi, dei piani temporali e delle categorie di analisi. In che modo l’ottica di genere ha modificato un oggetto o un settore di ricerca? Come è stata ri-raccontata o riformulata la narrativa storica? Che conseguenze ha avuto la critica degli universali che la storiografia delle donne e di genere ha posto in primo piano e da cui è nata? Quali nuove piste di ricerca si aprono a partire da questi innesti?
Si muovono lungo questo confine mobile i saggi di Alberto Mario Banti, Anna Bellavitis, Elisabeth Crouzet- Pavan, Barbara Curli, Tommaso Detti, Angela Groppi, Sarah Hanley, Daniela Lombardi, Julius Kirshner, Marco Meriggi, Alessandra Pescarolo, Roberto Rusconi, Mario Sbriccoli, Gabriella Zarri.
Note biografiche
Giulia Calvi, docente presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, ha studiato aspetti particolari della storia sociale europea: la sanità e la malattia (Storie di un anno di peste, Bompiani 1984), la circolazione dei modelli culturali in prospettiva di genere (Barocco al femminile, Laterza 1992), la storia della famiglia e delle relazioni familiari (Il contatto morale. Madri e figli nella Toscana moderna, Laterza 1994). Ultimamente ha rivolto la ricerca verso un’indagine dei ruoli sociali e familiari alla luce degli usi sociali di norme e diritti nella storia della famiglia italiana, in un volume edito con Isabelle Chabot, Le ricchezze delle donne. Diritti patrimoniali e poteri familiari in Italia (XIII-XIX sec), Rosenberg & Sellier 1998. Fa parte della redazione di «Storica» e di «Genesis».