Descrizione
La genesi dei poemi omerici è più ampia e più complessa di quanto si possa dare per ogni altra opera letteraria, sia per il passaggio da oralità a scrittura, sia per la dimensione prima locale poi panellenica degli episodi scelti nell’ambito della saga troiana. I canti separati trovarono una sequenza relativamente canonica, dando origine ai cosiddetti ‘poemi monumentali’, nel secolo VIII a. C., ma fu solo nel VI che furono distinti e identificati dal nome di un Autore e da un Titolo: si fecero insomma Opera. A cosa fu dovuto il passaggio dall’originario anonimato all’attribuzione a un individuo, al quale venne applicato un nome significativo? Furono soltanto giustificabili o addirittura necessari l’anonimato e il nome d’autore? In questo lavoro intendo argomentare la necessità di entrambe le condizioni e individuare i ripetuti tentativi, all’interno dei poemi, di renderli organici (di farne cioè un’Opera). Autore e Opera costituiscono l’ossatura del volume che contempla anche una parte dedicata al Critico, figura che solo l’Autore può autorizzare e rendere autorevole sia come ‘editore’ sia come esegeta del testo.