Descrizione
La tristezza ha molti volti: mesta e silenziosa, oppure afflitta e disperata, quando, come un velo, ci separa dagli altri; altre volte, invece, appare vitale e seduttiva nel provocare la vicinanza dell’altro. La sofferenza della tristezza non è un dolore “disabitato” ma possiede una valenza riparativa e maturativa: consente di farsi carico del fatto che si è, allo stesso tempo, persone in relazione con altre persone e persone responsabili delle proprie scelte e potenzialità, e della costruzione della propria identità di individui “unici e separati”. In un mondo come il nostro, soggetto a continui e rilevanti cambiamenti (di residenza, di lavoro, di status sociale, di progetti, di ideologie, di religione...), una delle sfide è proprio quella di riuscire a modificarsi mantenendo saldo il senso di sé, fronteggiando la spiacevole sensazione di essere in balìa degli eventi, impossibilitati a esercitare forme di controllo e di scelta efficaci.