Descrizione
A partire dal 1942 il confine orientale italiano fu il teatro di una violentissima repressione antipartigiana. Protagonisti ne furono gli uomini dell'Ispettorato generale di pubblica sicurezza, che contribuirono a spargere il terrore in tutta la regione. Non si trattò di una violenza improvvisata ed estemporanea, ma l'estremo risultato di una consumata esperienza maturata sul campo. Negli anni Trenta, infatti, molti di loro avevano già fatto parte di organismi che avevano efficacemente contrastato la mafia siciliana e il banditismo sardo. Si trattava di corpi speciali di polizia, che il regime fascista aveva creato sul modello delle contemporanee strutture di indagine politica come l'Ovra, ma di cui si potevano ritrovare dei precedenti già nella Grande Guerra e nella tarda età liberale. Fu proprio in queste circostanze che cominciò a formarsi quel ristretto gruppo di specialisti che, tra utopie d'ordine e ambizioni personali, nel corso dei rivolgimenti politici di un trentennio seppero imporsi come riconosciuti professionisti del settore. Dopo il crollo del fascismo, infatti, nonostante un passato di compromissioni con il regime, li ritroveremo ancora una volta in Sicilia, per fronteggiare la rinnovata emergenza dell'ordine pubblico.
Note biografiche
Vittorio Coco è ricercatore di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Palermo. Si è occupato di storia della mafia, del fascismo e, negli ultimi anni, di storia delle polizie. Per Laterza è autore di La mafia dei giardini. Storia delle cosche della Piana dei Colli (2013) e Polizie speciali. Dal fascismo alla repubblica (2017).