Descrizione
All’inizio degli anni Trenta molti fattori consentono in Italia la rinascita di una cinematografia giunta a toccare quota zero: una legge che incoraggia la ripresa della produzione senza troppo ostacolare la marcia trionfale in atto delle Majors americane, l’avvento del sonoro e un vero e proprio ricambio generazionale, che vede entrare in scena un gruppo di giovani guidati da Alessandro Blasetti e ispirati dalle teorie e pratiche del cinema sovietico. Dai primi anni Trenta alla caduta del regime la parola d’ordine, comune a tutte le voci – fasciste e antifasciste – del cinema italiano è aprire gli occhi sul Paese, fino a quel momento assente dal grande schermo. La fame di realtà unisce e accomuna una serie di film che, da Gli uomini che mascalzoni! di Camerini, attraversano l’intero periodo fino ad approdare a Ossessione di Visconti, il momento più alto nella realizzazione di un nuovo modo di fare cinema. Con l’entrata in guerra le pellicole non celebrano tanto l’eroismo o lo spirito guerresco, quanto piuttosto tradiscono il senso dell’assedio, la caduta delle speranze, il desiderio di pace e l’attesa della fine del conflitto. I venti mesi di Salò suggellano il periodo con l’afasia e il silenzio di una produzione pressoché inesistente.
Note biografiche
Gian Piero Brunetta è ordinario di Storia e critica del cinema all’Università di Padova. Ha scritto soggetti di programmi televisivi e di multivisione e collabora a riviste specializzate. È autore di molte opere (alcune tradotte in vari paesi), tra le quali Storia del cinema italiano (4 volumi, Roma), Buio in sala (Venezia), Il viaggio dell’icononauta (Venezia), Identikit del cinema italiano oggi (Venezia), Guida alla storia del cinema italiano (Torino), e curatore di Storia del cinema mondiale (5 volumi, Torino) e Dizionario del cinema mondiale (3 volumi, Torino).