Descrizione
È diventata più forte dei partiti, del governo, del Parlamento e anche della finanza. Non vuole apparire, perché la sua forza è star dietro le quinte. Governa senza rispondere delle sue azioni. È un'oligarchia di tecnici dei numeri, delle formule giuridiche, delle teorie economiche. Non cambia, non cerca il consenso, non si presenta alle elezioni. Esercita il potere. È l'alta burocrazia dello Stato.
Sono i consiglieri di Stato, i capi di gabinetto, i responsabili degli uffici legislativi dei ministeri, i tecnocrati della Ragioneria generale, alcuni alti dirigenti. Sono sconosciuti ai cittadini. Sono potenti, silenziosi, intoccabili. Scrivono le leggi e autorizzano gli emendamenti in Parlamento. Producono gli atti del governo e li giudicano nelle aule dei Tar e del Consiglio di Stato. Perfino la legge di Stabilità passa prima dalle loro mani e poi arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri. Sono conservatori per definizione. Se le riforme restano al palo è anche per questo. Alla Nomenklatura non conviene cambiare nulla di quel che c'è.
È vero, i tecnici ci sono sempre stati. Ma – e questa è la novità – a partire dal progressivo declino dei partiti, la politica si è ritirata lasciando libero un campo d'intervento sempre più ampio. Quando c'è stato da decidere, da
agire, incapace di assumersi responsabilità e timorosa di perdere il consenso, ha abdicato in favore dei tecnici, dei consulenti, dei consiglieri. L'inchiesta di Mania e Panara parte da Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, e arriva a Palazzo Chigi passando per via XX Settembre, nel gigantesco ministero dell'Economia: è il triangolo romano di chi decide davvero.