La legge nuova e antica di Gesù. Linee di teologia morale e biblica nel Vangelo di Matteo

Anno:
2012
ISBN:
9788839968470
DRM:
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Descrizione

La questione del legame fra le Scritture ebraiche e il Nuovo Testamento cristiano è di particolare importanza, non da ultimo per quanto riguarda il valore e il significato da dare anche alle parti etiche e normative dell'Antico Testamento. Per comprendere e riscoprire le radici ebraiche dell'etica di Gesù.   ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE Lo stretto legame fra le sacre scritture ebraiche, Antico o Primo Testamento, e il Nuovo Testamento è esplicitamente affermato nel vangelo di Matteo dal detto programmatico di Gesù che si propone come tesi centrale del vangelo stesso: Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti, non sono venuto per abolire, ma per dare compimento (Mt 5,17). Questo legame, riaffermato dal concilio Vaticano II con particolare riferimento al profetismo in quanto preparatorio e preannuncio dell’avvento di Cristo (Dei Verbum, 15), ha avuto fin dalla chiesa apostolica un suo punto debole nel rapporto fra la legge di Mosè contenuta nel Pentateuco e la legge di Gesù, ovvero il suo insegnamento etico. È a tal proposito noto come san Paolo sia stato ritenuto l’alfiere della rottura della nuova alleanza con la legge mosaica. Anche Marco chiama nuova dottrina (Mc 1,27) quella insegnata da Gesù. L’ostracismo nei confronti della legge mosaica si è poi consolidato nella letteratura e nella tradizione cristiana dei primi secoli, pur nel confermato valore profetico dell’Antico Testamento, del resto accolto nel canone biblico. In realtà san Paolo non si oppose tanto alla legge mosaica in sé, quanto all’applicazione dei precetti cultuali del giudaismo ai cristiani convertiti dal paganesimo e al presunto valore salvifico dell’osservanza della legge che, ignorando la peccaminosità dell’uomo, prescinde dall’unica possibilità di redenzione offerta da Cristo. Le stesse caratteristiche di opposizione ai precetti cultuali della legge mosaica riveste la polemica della letteratura cristiana dei primi secoli che fra l’altro portò alla fine della chiesa giudaico-cristiana. Il vero problema va perciò invece posto fra gli insegnamenti morali della legge, e più in genere dell’Antico Testamento, e l’insegnamento di Gesù: si può parlare di una conferma come detto in Matteo, che per altro secondo alcuni sarebbe di fatto smentita dalle sue stesse ‘antitesi’ (Mt 5,20 48), o di una novità, come detto in Marco? La questione si sposta quindi sul come debba essere interpretata l’affermazione di Gesù in Matteo di non essere venuto ad abolire, ma a compiere la legge. La domanda è di rilevante importanza poiché riguarda il valore e il significato da dare all’Antico Testamento anche nelle sue parti etiche e normative, oltre che in quelle profetiche e messianiche, e di come anche per esse il Nuovo Testamento sia nascosto nell’Antico e l’Antico sia svelato nel Nuovo, secondo l’espressione agostiniana citata dalla Dei Verbum (n. 16). In quest’ottica cercheremo perciò anche di riscoprire, grazie alle sollecitazioni che ci vengono dalla lettura di Matteo, come la legge e gli altri scritti dell’Antico Testamento costituiscano una imprescindibile preparazione a una adeguata comprensione dell’insegnamento morale di Gesù. Di questo insegnamento infatti, la loro pur spesso ignorata ricchezza e sapienza fornisce un’eloquente illustrazione e insieme permette di meglio coglierne ed apprezzarne la singolare novità. In questa ricerca si terrà inoltre conto della legge orale o tradizione ebraica in pieno sviluppo ai tempi di Gesù. Ciò consentirà, al di là delle polemiche antifarisaiche, di comprendere la diversità, in primo luogo metodologica, dell’insegnamento di Gesù rispetto a quello dei maestri o rabbî suoi contemporanei, ma anche posteriori, che ne hanno poi, più spesso di quanto si creda, condiviso le tesi e gli orientamenti. Questo studio dunque, seguendo il fine e l’itinerario teologico ed etico del vangelo di Matteo, ben inserito nella sua stessa struttura letteraria, pur proponendosi nell’ottica della riscoperta delle radici ebraiche e veterotestamentarie dell’etica di Gesù, intende raggiungere grazie ad esse e nel confronto con esse, quale è offerto dallo stesso evangelista, una più adeguata comprensione dell’insegnamento di Gesù, valido e definitivo per tutti i popoli e per tutti i tempi (Mt 28,19s.).



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