Descrizione
Esiste un cinema che sappia vedere giusto, al di là di generiche aspirazioni alla verità; un cinema che miri piuttosto ad affacciare in trasparenza il proprio sguardo all'interno della visione stessa che attiva e sostiene? Questo volume si pone come raccolta critica di saggi nati intorno all'attività ultraquarantennale del Festival dei Popoli. Si tratta di una prima indagine che inaugura una nuova collana di cinema che non poteva che esordire con un bilancio dello stato di salute del genere documentario; genere che si vorrebbe emarginato per la sua carica fisiologicamente eversiva rispetto alla miopia e allo strabismo di troppo cinema contemporaneo.