Descrizione
«Jhumpa Lahiri disegna con precisione e tenerezza un personaggio in bilico fra tradizione e modernità, marginalità e voglia di appartenenza.»
la Repubblica
«Un intimo ritratto di famiglia... Stupefacente.»
The New York Times
«Ha un talento - magico, intuitivo - per cui molti scrittori ucciderebbero.»
The Guardian
«Il primo, eccellente romanzo di Jhumpa Lahiri è l'opera di una grande scrittrice, acuta, sorprendente e profondamente umana. È anche una storia per i nostri tempi.»
Evening Standard
Ashoke Ganguli sta leggendo un racconto di Gogol, quando il treno su cui viaggia deraglia nella campagna bengalese. E proprio le pagine di quel libro, che nel buio attirano l’attenzione dei soccorritori, lo sottraggono miracolosamente alla morte. Anni dopo, trasferitosi negli Stati Uniti con la moglie, decide di chiamare il primo figlio Gogol, in omaggio all’autore che gli ha salvato la vita. Il ragazzo non capisce le ragioni di questa scelta, trova il nome insulso e imbarazzante e fa di tutto per liberarsene, allontanandosi anche dai genitori e dalle tradizioni di famiglia, fino a quando un evento tragico lo obbliga a ritornare sui suoi passi. In questo romanzo Jhumpa Lahiri presenta un originale affresco sul tema del meticciato e sulla sensazione di smarrimento che spesso caratterizza la vita da emigrati.
la Repubblica
«Un intimo ritratto di famiglia... Stupefacente.»
The New York Times
«Ha un talento - magico, intuitivo - per cui molti scrittori ucciderebbero.»
The Guardian
«Il primo, eccellente romanzo di Jhumpa Lahiri è l'opera di una grande scrittrice, acuta, sorprendente e profondamente umana. È anche una storia per i nostri tempi.»
Evening Standard
Ashoke Ganguli sta leggendo un racconto di Gogol, quando il treno su cui viaggia deraglia nella campagna bengalese. E proprio le pagine di quel libro, che nel buio attirano l’attenzione dei soccorritori, lo sottraggono miracolosamente alla morte. Anni dopo, trasferitosi negli Stati Uniti con la moglie, decide di chiamare il primo figlio Gogol, in omaggio all’autore che gli ha salvato la vita. Il ragazzo non capisce le ragioni di questa scelta, trova il nome insulso e imbarazzante e fa di tutto per liberarsene, allontanandosi anche dai genitori e dalle tradizioni di famiglia, fino a quando un evento tragico lo obbliga a ritornare sui suoi passi. In questo romanzo Jhumpa Lahiri presenta un originale affresco sul tema del meticciato e sulla sensazione di smarrimento che spesso caratterizza la vita da emigrati.
Note biografiche
Jhumpa Lahiri è nata a Londra da genitori bengalesi. Cresciuta negli Stati Uniti, ha insegnato a Princeton e attualmente insegna al Barnard College della Columbia University. Vive tra Roma e New York È autrice di nove libri, tutti pubblicati in Italia da Guanda: L’interprete dei malanni, L’omonimo, Una nuova terra, La moglie, In altre parole, Il vestito dei libri, Dove mi trovo, il primo romanzo da lei scritto direttamente in italiano, Il quaderno di Nerina e Racconti romani. Sempre per Guanda ha curato e introdotto l’antologia Racconti italiani. È inoltre traduttrice, in inglese, di alcuni romanzi di Domenico Starnone. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio Pulitzer, PEN/Hemingway Award, Frank O’Connor International Short Story Award e Guggenheim Fellowship. Nel 2012 è stata nominata membro dell’American Academy of Arts and Letters, e nel 2019 il Presidente Sergio Mattarella l’ha nominata Commendatore dell'Ordine «Al merito della Repubblica italiana». Nel 2022 le è stato conferito il Premio Crédit Agricole FriulAdria "La storia in un romanzo".