Descrizione
Il saggio nasce dal presupposto che ogni cambiamento di sistema, nel compiersi, si riveli nel corpo delle città modificandone la forma, i simboli, le funzioni, rispetto ai sistemi che l’hanno preceduto. E che, nel compiersi, il cambiamento sviluppi un nuovo linguaggio visivo capace di “riflettere e nello stesso tempo condizionare, in modo essenziale, l’evoluzione della mentalità” dell’epoca. Rispetto a questo presupposto sono tre, nel testo, gli spunti di riflessione: il mito come racconto misterioso delle origini. Il teatro come metafora del mondo. La scultura, quando trasforma lo spazio urbano in teatro dell’umanità. In tal senso la ricerca di Francesco Somaini, Gloria Argelés e Maria Dompè rappresentano tre modelli di riferimento.
Note biografiche
Manuela Crescentini (Roma, 1951) risiede e lavora a Roma. Nel 1974 si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Dal 1973 documenta in dialoghi, spesso pubblicati in libri e cataloghi di mostre personali, l’attività di artisti di varie generazioni, come, ad esempio: E. Mannucci, F. Di Cocco, T. Maselli, C. Nivola, V. Trubbiani, S. Vacchi, G. Uncini, M. Staccioli, S. Cardinali, I. Gadaleta, A. Casciello. Dalla fine degli anni Novanta si occupa, in particolare, di scultura e città. Tema per il quale ha curato con Enrico Crispolti e Paola Rossi la manifestazione Arte/Architettura/Città forum progetti e altro. 38 proposte per la sistemazione di Piazza Augusto Imperatore a Roma, tenutasi, nel 2001, Palazzo delle Esposizioni, Roma; e con Patrizia Ferri e Daniela Fonti, il Convegno Io Arte noi Città, Macro, 2005.