Descrizione
La seconda guerra mondiale ha portato all’Italia sconfitte e umiliazioni. Il Paese non era preparato al conflitto, gli italiani non lo volevano. I vertici militari, spesso incompetenti, erano divisi da rivalità e gelosie. Una cosa però è certa: moltissime volte i nostri soldati si sono comportati con coraggio, valore e grande dignità, tanto da meritare il rispetto e anche l’ammirazione dei nemici. È il caso degli uomini della Decima MAS, guidati da un ufficiale d’eccezione, il principe romano Junio Valerio Borghese. Fra le tante imprese di questa piccola unità nel Mediterraneo, la più notevole fu l’attacco al porto di Alessandria d’Egitto, il 18 dicembre 1941. L’azione fu portata a termine da sei intrepidi che, letteralmente «cavalcando» tre siluri, affondarono due corazzate inglesi, la Valiant e la Queen Elizabeth. Quegli uomini erano il tenente di Vascello Luigi Durand de la Penne, il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia, il capitano delle Armi Navali Vincenzo Martellotta, e i sottufficiali Emilio Bianchi, Spartaco Schergat e Mario Marino. Ma come si svolse esattamente l’operazione? Come fu progettata? Quali rischi corsero i nostri soldati? E, ancora, cosa voleva dire far parte della Decima MAS e operare agli ordini del comandante Junio Valerio Borghese?
Note biografiche
Luciano Garibaldi, giornalista professionista dal 1957, nella sua lunga carriera è stato inviato speciale, caporedattore e vicedirettore di quotidiani («Corriere Mercantile», «La Nazione», «Il Giornale») e settimanali («Tempo», «Gente»). Tra i suoi libri ricordiamo: Il secolo breve. Persone e storie del Novecento; La pista inglese. Chi uccise Mussolini e la Petacci?; Com’erano rosse le mie brigate; Fidel Castro. Storia e immagini del líder máximo. Presso Lindau ha pubblicato O la croce o la svastica. La vera storia dei rapporti tra la Chiesa e il nazismo.
Gaspare Di Sclafani, nato a Venezia nel 1943, ha iniziato l’attività giornalistica nel 1968 presso la redazione del quotidiano «La Notte» di Milano. È stato poi caporedattore delle «Grandi Opere» della Rusconi. Corrispondente per oltre un decennio di un quotidiano svizzero, ha collaborato con numerose testate (tra cui: «Il Resto del Carlino», «Il Tempo», «Scienza & Vita», «Chi», «Visto»), con la Associated Press, con Italia 1 e la Rai. Per dieci anni inviato speciale del settimanale «Gente», ha collaborato con Vittorio Feltri fin dal primo numero del quotidiano «Libero». Autore di numerosi scoop giornalistici di carattere storico, ha scritto Il dizionario della politica.