Descrizione
Gli storici e le scienze sociali hanno prestato grande attenzione al fenomeno delle discontinuità politiche e statuali. Quelle fratture, tuttavia, sono state analizzate per lo più sul versante dei vincitori: la Francia della sovranità popolare, la Russia bolscevica, la Cina di Mao, l’Europa post-comunista. Questo volume, dedicato alla crisi italiana del 1848-1861, sposta l’ottica analitica dalla rivoluzione al crollo, dai regimi emergenti ai regimi che muoiono, dal «nuovo» al «vecchio». Il che restituisce legittimità storiografica a Stati e sistemi politici talvolta letti nell’ottica teleologica di una sconfitta poco meno che fatale, avvolti in una sorta di leggenda nera, sottovalutati. Ma non soltanto. Mettendo l’accento sul breve momento, ovvero sui processi repentini che, nel giro di settimane, liquidano formazioni statuali potenti e antiche, il volume riflette l’ipotesi che la fase terminale dello Stato sia una finestra interpretativa di speciale rilevanza. Niente più di quelle settimane cruciali sembra capace di svelare nel profondo, oltre che le ragioni della morte, le ragioni d’essere di uno Stato. Come un’autopsia.