Descrizione
A Fiume, piccola città in cima all'Adriatico, sembra addensarsi tutta la storia del Novecento europeo.
«Città di passione»: con queste parole Gabriele D'Annunzio battezza Fiume nel primo dopoguerra, imponendola all'attenzione internazionale assieme al mito della 'vittoria mutilata'. Altre e più tragiche passioni si scatenano nel secondo dopoguerra. Questa volta nel silenzio e nella distrazione della patria ferita, molti dei fiumani devono prendere la via dell'esilio. Il guscio della città però rimane in piedi e Fiume condivide il suo destino con le altre 'città cambiate', Salonicco, Smirne, Königsberg: le città poste lungo quei confini attorno ai quali si sono accesi i maggiori conflitti europei del XX secolo. Parlare di Fiume vuol dire tuffarsi nel vortice della 'grande semplificazione' che ha travolto l'Europa centro-orientale. Vuol dire anche parlare delle storie accadute tra le pieghe di quelle più appariscenti: accanto alla vicenda di un fiero municipalismo che cerca di resistere al trionfo degli stati-nazione, c'è la storia di una grande illusione. Quella di un piccolo nucleo di operai e intellettuali italiani che, in epoca di guerra fredda, lasciano la madrepatria per edificare il socialismo in una Fiume diventata jugoslava. Ma non vi è lieto fine. Raoul Pupo, raccontandoci la storia di una città-simbolo del '900, ci accompagna attraverso le inquiete transizioni europee del secolo scorso.
Note biografiche
Raoul Pupo ha insegnato a lungo Storia contemporanea presso l'Università di Trieste. Si occupa di storia della politica estera italiana, della frontiera adriatica, delle occupazioni italiane nei Balcani e degli spostamenti forzati di popolazioni in Europa nel Novecento. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Il lungo esodo (Milano 2005); Il confine scomparso (Trieste 2007); Naufraghi della pace (a cura di, con G. Crainz e S. Salvatici, Roma 2008). Per Laterza è autore, tra l'altro, di Trieste '45 (2010), Fiume città di passione (2018) e Adriatico amarissimo. Una lunga storia di violenza (2021).