Descrizione
«La musica di Giuseppe Verdi è stata la colonna sonora della mia vita! Rigoletto mi ha sempre affascinata, incuriosita. Un personaggio tagliato con l’accetta, così come lo era il suo autore, che mi ha affascinato al punto di voler sondare la sua genesi e il suo allestimento. I piani di lettura di Rigoletto sono plurimi ma quello che mi ha sempre colpito è l’aspetto più umano e dolente di Rigoletto che - involve - fino alla catastrofe nel vano tentativo di mutare il suo destino. Il destino dell’uomo che lotta con tutte le sue forze per avere una vita ‘normale’ in cui affetto e calore facciano - finalmente - rima con amore. C’è pochissimo amore in quest’opera, molta mercificazione di esso ma anche una cattiva cognizione dello stesso. Un amore che distrugge in suo nome perché: Rigoletto ama sua figlia! Gilda ama il Duca! Il Duca ama solo se stesso! E tutti, in questa mefitica spirale, si ‘perdono’! La speranza ha da tempo abbandonato la casa di Rigoletto lasciando, al suo posto, l’inutile veleno della vendetta. Sembra che Verdi abbia condensato in questo dramma tutti i pensieri e i tragici vissuti degli anni precedenti, mescolandoli con un pizzico di fatalismo per affermare che il niente e il vacuo sono comunque vincitori. Ma sappiamo bene che il Teatro è una terapia per lo spirito e, con il Rigoletto, il Maestro passa oltre la sua Maledizione!» G. Minarini
Note biografiche
Gabriella Minarini vive e lavora a San Casciano Val di Pesa. Laureata all’Università di Firenze con una tesi su L’allestimento di “Attila” a La Fenice. Venezia 17 marzo 1846 (Firenze 2014) ha portato avanti la sua ricerca documentale sul teatro verdiano. Ha firmato i testi e la regia di rappresentazioni musicali e di conferenze-concerto; ha tenuto conferenze e partecipato a convegni in Italia, Francia, Germania e Stati Uniti. Oltre alla tesi ha pubblicato: “Attila: da Werner a Solera-Verdi, la ‘scarnificazione’ di un dramma”, relazione in Verdi narratore, Atti del convegno internazionale (Saint-Denis, Université Pari 8, Parigi, Institut National d’Histoire de l’Art, 23-26 ottobre 2013, a cura di C. Faverzani (Lucca 2014); Verdi, Firenze e i fiorentini alla “prima” del Macbeth 1847, «Toscana Oggi online», 2013; Alessandro Lanari. Il Napoleone degli impresari sbarca in laguna, «Venezia Musica» n. 49, 2012; Giuseppe Verdi: 200 anni ma non li dimostra, «Toscana Oggi online», 2013. Importanti, nella sua formazione culturale, gli studi in Audiopsicofonologia (metodo A. Tomatis), la creazione dell’Atelier della Voce a Firenze il lungo lavoro con musicisti e cantanti per l’armonizzazione della performance scenica.