Descrizione
Il volume getta nuova luce sulle istituzioni monastiche della Diocesi ambrosiana, mostrando come durante l’età moderna l’educandato, attivo presso i recinti claustrali, fosse una delle modalità privilegiate di formazione per le fanciulle. Giovani nobili e notabili, poste «in serbanza», frequentavano l’istituzione che le avrebbe educate in maniera adeguata al loro status sociale, in attesa del compimento delle scelte famigliari, influenzate da logiche patrimoniali e relazionali.
I monasteri erano quindi luoghi di apprendimento e di interazione sociale, investiti da parte delle élites cittadine della duplice funzione di preparare – in un comune contesto di convivenza e con un’unica modalità educativa – tanto le ragazze destinate alla professione religiosa quanto quelle che avrebbero seguito la via del matrimonio: aut murus, aut maritus.