Descrizione
Tema di questo studio è il ruolo che il corpo svolge nella rappresentazione e nell’esercizio del potere. Riferendosi alla ricerca filosofico-politica, storica, antropologica e sociologica del Novecento (da Carl Schmitt a Michel Foucault e Claude Lefort, da Marc Bloch a Ernst Kantorowicz, da Arnold Gehlen e Helmuth Plessner a Jean Baudrillard e Pierre Legendre), esso evidenzia diverse figure del corpo e del suo rapporto con la dimensione politica e rappresentativa. Ne emerge una duplice accezione del “corpo politico”: come metafora che, nella storia del pensiero politico e delle rappresentazioni del potere, è servita a caratterizzare la società, lo Stato e la sovranità, e come corpo dei singoli individui e della popolazione, che costituisce l’oggetto degli interventi normalizzatori della biopolitica contemporanea. In questo orizzonte si pone la questione del senso della norma, dell’istituzione e del loro rapporto con la vita, ovvero il problema delle condizioni di possibilità dell’ordine e dei suoi limiti.
Note biografiche
Massimo Mezzanzanica insegna filosofia e storia in un liceo di Milano ed è redattore della rivista “Magazzino di filosofia”. Tra le sue pubblicazioni: Georg Misch. Dalla filosofia della vita alla logica ermeneutica (Milano 2001), Dilthey filosofo dell’esperienza. Critica della ragione storica: vita, struttura e significatività (Milano 2006), Von Dilthey zu Levinas. Wege im Zwischenbereich von Lebensphilosophie, Neukantianismus und Phänomenologie (Nordhausen 2012).