Descrizione
Jane e Prudence: amiche di età e modi di essere differenti, una teneramente sciatta, l’altra impeccabilmente elegante.
Jane, quarantenne, è un'accademica dal viso struccato e dall'abbigliamento dimesso, più adatto a un pollaio che a essere mostrato in pubblico. Casalinga incapace, non se la cava troppo bene neanche nelle sue funzioni di moglie di un ecclesiastico, preferendo agli incontri con i fedeli i romanzi o le ricerche su oscuri poeti. Prudence è al contrario un fiore di serra dedito a vezzeggiarsi. Bella, neanche trentenne, schizzinosa, vestita in modo squisito, ha un appartamento così elegante che un marito potrebbe sembrarvi fuori posto. Ha pure l'abitudine di preferire relazioni insoddisfacenti: l'ultima infatuazione è per il suo orribile capo, che neanche si accorge della sua presenza. L'amicizia tra le due donne risale a quando Jane era tornata per un paio di anni a Oxford a insegnare, e Prudence era sua allieva. Jane si sente in dovere di cercare un marito a Prudence e, nonostante numerosi episodi fallimentari, non demorde.
Jane, quarantenne, è un'accademica dal viso struccato e dall'abbigliamento dimesso, più adatto a un pollaio che a essere mostrato in pubblico. Casalinga incapace, non se la cava troppo bene neanche nelle sue funzioni di moglie di un ecclesiastico, preferendo agli incontri con i fedeli i romanzi o le ricerche su oscuri poeti. Prudence è al contrario un fiore di serra dedito a vezzeggiarsi. Bella, neanche trentenne, schizzinosa, vestita in modo squisito, ha un appartamento così elegante che un marito potrebbe sembrarvi fuori posto. Ha pure l'abitudine di preferire relazioni insoddisfacenti: l'ultima infatuazione è per il suo orribile capo, che neanche si accorge della sua presenza. L'amicizia tra le due donne risale a quando Jane era tornata per un paio di anni a Oxford a insegnare, e Prudence era sua allieva. Jane si sente in dovere di cercare un marito a Prudence e, nonostante numerosi episodi fallimentari, non demorde.
Note biografiche
Raramente a una scrittrice è capitato di essere considerata “fuori moda” in vita per poi essere riscoperta, sempre in vita, come un classico: è quello che è successo a Barbara Pym (1913-1980), laureata a Oxford, che inizia a pubblicare nel 1950 suscitando stima e simpatia da parte del pubblico e della critica. Ma nel 1963 il suo editore dichiara che non c’è più un pubblico per i suoi libri, e l’autrice li vede andare fuori commercio uno dopo l’altro. Nel 1977, il “Times Literary Supplement” fa un’inchiesta sugli scrittori più sottovalutati del secolo e due autori di fama indicano il nome di Barbara Pym. In poco tempo, vengono ristampati i suoi vecchi libri, che diventano bestseller e sono tradotti in moltissimi paesi stranieri, ed escono tre nuovi romanzi. Dopo la morte, per volontà di Hazel Holt, la sua curatrice letteraria, ne vengono pubblicati altri tre, tra cui Crampton Hodnet e Una questione accademica. Da allora la reputazione di Barbara Pym non ha fatto altro che crescere. Paragonata a Jane Austen per la capacità e la grazia sopraffine con cui ritrae il quotidiano e le relazioni umane, Pym trasforma l’ordinario in straordinario. L’ironia con cui descrive il mondo è pungente ma affettuosa e serve ad accettare le quotidiane, inevitabili ingiustizie dell’esistenza.