Descrizione
Per ben quarantadue volte in 136 anni di storia unitaria il debito pubblico ha superato in Italia il prodotto interno lordo. Addentrandosi nei meandri dello Stato, Leonida Tedoldi riflette sulle ragioni politiche della crescita del debito italiano, ne sottolinea l'uso 'di governo' praticato tra gli anni Settanta e Novanta e ne analizza le ricadute sull'economia. Dalla sua ricostruzione emergono passaggi storici delicati e sorprendenti, uno su tutti: la fase di rottura del 1985-87 durante la quale l'indecisione politica del governo non condusse a una reale politica di rientro del debito, raggiungendo così un punto di non ritorno. L'autore spinge la sua analisi agli anni più recenti, fino all'alterazione della 'sovranità' del debito italiano dovuta all'ingresso consistente di soggetti stranieri nel novero dei detentori di titoli di credito.
Note biografiche
Leonida Tedoldi insegna Storia delle istituzioni e dei sistemi politici europei all'Università di Bergamo e svolgeattività didattica, di ricerca e di collaborazione anche presso alcune università spagnole e francesi. Per Laterza è autore di Il conto degli errori. Stato e debito pubblico in Italia (2015) e Storia dello Stato italiano. Dall'Unità al XXI secolo (2018).