Descrizione
La figura di Abramo è centrale nella tradizione islamica: è l’ emblema del monoteismo, ed a lui in certo modo si ricollega la missione (risāla) del Profeta Muḥammad nella misura in cui questi si presenta come il restauratore del monoteismo di Abramo. Se ne rinvengono tracce nel rituale della preghiera musulmana, e soprattutto nei riti del pellegrinaggio islamico. Per quanto ne sappiamo, non è documentata alcuna conoscenza di Filone Alessandrino presso i filosofi arabi. Più interessante appare una ricerca sulle convergenze e divergenze dei punti di vista che prenda in considerazione Filone come esegeta ebraico, assai più che come filosofo dell’età ellenistica. La lettura del De migratione e del De Abrahamo, nonché del Quis rerum divinarum heres sit, ha evidenziato una modalità esegetica che può trovare una corrispondenza con quella del Sufismo, ed in particolare con il commento coranico attribuito ad Ibn ʿArabī, nel quale, come in Filone, la rilevanza di Abramo come personaggio storico si dissolve di fronte alla sua caratteristica di emblema della condizione umana rispetto alla divinità, e di ciò che questo comporta. Sono presi in considerazione i passi coranici che alludono a tre momenti fondamentali della ierostoria abramica, che sono anche oggetto dell’esegesi di Filone: Cor., 6.76-79, sulla “scoperta” del monoteismo; Cor., 11.69-73 sulla visita degli Angeli e l’ annuncio della nascita del figlio; e Cor., 37.102-106, sul sacrificio di quest’ultimo.