Descrizione
I veri protagonisti di questo libro sono i ragazzi nati nel dopoguerra, fino agli inizi degli anni Sessanta – definiti da molti “la generazione fortunata” – , i primi ad incontrare la televisione come elemento importante della loro vita, oggetto di intrattenimento e di formazione e soprattutto scoperta del nuovo.
Dalla metà degli anni ’50 alla metà dei ’60, l’appuntamento delle 17:30 del pomeriggio era davvero magico per le generazioni che vedevano ogni giorno cambiare il mondo davanti ai loro occhi e si convincevano che si sarebbe andati sempre avanti, che si sarebbe stati sempre meglio, che qualsiasi traguardo sarebbe stato possibile. Come per quella generazione è stato. La prima stagione della Tv dei ragazzi ricalcava l’impostazione dei programmi per adulti, di cui riproponeva i generi principali, tra cui la narrativa adattata alla Tv, in una versione per i più piccoli. I bambini di quell’Italia ridevano di “Nicolino” balbuziente, cosa che oggi sarebbe anche politicamente scorretta, e chiedevano di leggere i grandi classici sulla pirateria dopo aver visto le avventure di “Giovanna la nonna del Corsaro nero”.
Dedicare un’attenzione particolare a “Giovanna la nonna del Corsaro nero” ha, quindi, molti significati nell’ambito della ricostruzione della storia della Tv italiana. È una trasmissione centrale per comprendere l’importanza della programmazione per ragazzi, ma per i cultori degli archivi e della cosiddetta “archeologia televisiva” è qualcosa di unico: per una serie di fatalità, non esistono registrazioni originali del programma.
“Giovanna la nonna del Corsaro nero” è dunque un mito tramandato a memoria dalle generazioni che lo hanno visto in diretta, ma che per merito delle ricerche portate avanti dalle Teche della Rai ha anche una memoria “fisica”, sia pure non video. Sono stati ritrovati nel corso degli anni fotografie, appunti di lavoro, i bozzetti dei favolosi costumi di scena e infine i costumi stessi, esposti in mostra a Torino nel 2014. Questo libro una vera esegesi della trasmissione vuole essere anche un tentativo di risarcimento verso i telespettatori della Rai, qualcosa in più di una ricostruzione e di un omaggio, un modo unico di “rivedere” un grande prodotto perduto ma che davvero perduto non è.
Note biografiche
BARBARA SCARAMUCCI, laureata in giurisprudenza all’università “La Sapienza” di Roma, giornalista professionista dal 1980, Cavaliere al merito della Repubblica, è entrata alla Rai nel 1983, dopo aver iniziato a collaborare come autore testi nel 1977. Nel 1994 ha diretto la Testata Giornalistica Regionale, prima donna a ricoprire l’incarico di direttore giornalistico alla Rai. Da dicembre 1996 a marzo 2014 ha diretto le Teche della Rai, realizzando il primo sistema in Europa di catalogazione multimediale dell’audiovisivo. Sotto la sua direzione, le Teche hanno ottenuto l’inserimento nell’elenco della memoria d’Italia dell’Unesco nel 2000, il premio Italian Web Awards nel 2003, il premio IFTA International Archive TV Awards nel 2011. È stata consigliere di amministrazione di Rai Net e di Rai Trade. Fa parte del Comitato Scientifico dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi del ministero per i Beni Culturali. È coautore del volume Mamma Rai della Le Monnier (premio Diego Fabbri 1997). Con Peppino Ortoleva ha curato L’enciclopedia della radio (Garzanti, 2003). Per Rai Eri ha pubblicato: con Claudio Ferretti, Ricorderai (premio “Ostia Mare di Roma” 2004 e premio speciale del festival del cinema di Salerno), ripubblicato con gli aggiornamenti nel 2014; La vita è tutta un quiz e 1960 le Olimpiadi della Tv. Ha scritto con Francesco Pinto La fabbrica televisiva (Rai Eri, 2007). Nel 2014 è stata curatrice della mostra “1924-2014 La Rai racconta l’Italia”.
STEFANO NESPOLESI lavora alla Rai dove dirige le Bibliomediateche, la Fototeca e gli Archivi cartacei. Nato a Roma nel 1955, negli anni dell’infanzia giocava interminabili partite a pallone a Villa Borghese, interrotte unicamente per non perdersi le avventure televisive di “Giovanna la nonna del Corsaro Nero”. Laureato in Lettere con indirizzo storico e specializzato in Biblioteconomia ha pubblicato saggi e articoli di carattere storico-sociale. Ha scritto di storia della radio e della televisione. Ha curato il volume ImmagineRAI. Fotografie per 50 anni di televisione per Alinari e per Rai Eri il catalogo della mostra Cari elettori, care elettrici. Le immagini della prima Repubblica nelle Tribune della Rai, tenutasi a Palazzo Montecitorio nel 2015.