Descrizione
Categoria centrale nel dibattito pubblico delle società occidentali contemporanee, quella di Antropocene è una nozione che spesso si fonda su un presupposto che è una vera e propria macchina concettuale: il binomio umano-negativo, l’idea per cui l’umano sia il posto del negativo. Questo binomio, e il suo funzionamento, verrà analizzato in alcuni autori – tra gli altri, gli anni ’30 della filosofia francese e in particolare Alexandre Kojève –, che lo accolgono in modi significativamente diversi e tuttavia congiunti da un’attenzione alla relazione tra l’umanità e una serie di declinazioni del negativo. Successivamente, attraverso lo studio dell’opera di Maurice Merleau- Ponty, si mostrerà la disarticolazione di questa macchina, una trasformazione del significato stesso di negativo e, dunque, un suo slittamento semantico: dall’umanità alla giuntura tra essere e apparire; dal negativo come desiderio, come mancanza, come spinta alla distruzione della presenza e del mondo naturale al negativo come margine inappropriabile del reale e come suolo, in direzione di un diverso pensiero dell’Antropocene, possibile a partire da una diversa concezione dell’umano.
Note biografiche
Paolo Missiroli è dottore di ricerca in Filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Université Paris Nanterre. È docente a contratto di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e cultore della materia presso il Dipartimento di Filosofia dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, dove collabora con la cattedra di Storia della filosofia francese contemporanea. Membro del comitato editoriale dell’“Almanacco di Filosofia e Politica” e del gruppo di ricerca “Officine Filosofiche”, studioso del pensiero filosofico francese contemporaneo, in particolare di Merleau-Ponty e della filosofia francese degli anni ’30, si interessa di Antropocene, del rapporto uomo-mondo, dell’ecologia e di una sua possibile declinazione in termini politici.