Descrizione
Galilei costrinse la figlia alla vita monastica fin dall’adolescenza; Rousseau, considerato il fondatore della pedagogia moderna, ebbe cinque figli e, appena nati, li affidò tutti all’Ospizio dei Trovatelli; Manzoni, il campione della pietas cristiana, non esaudì mai le accorate richieste di visita della figlia Matilde, finché la giovane, malata di tisi, morì a 26 anni; Tolstoj fu un padre controverso ed egocentrico, incapace di qualsiasi manifestazione d’affetto; Einstein, genio dei geni, cancellò ogni traccia della figlia Lieserl, che tra l’altro non vide mai; il grande Charlie Chaplin, indimenticabile “padre” nel film Il vagabondo, detestava i bambini e fu un genitore irascibile e dedito solo al suo lavoro. Queste sei biografie, analizzate sotto una lente particolare, quella della paternità, scardinano l’opinione comune sulla grandezza umana dei geni e svelano come sia difficile, o addirittura impossibile, essere al contempo un prodigioso ingegno e un buon padre. Attraverso un incalzante susseguirsi di vicende, narrate con una prosa brillante e una continua attenzione alle fonti, Maurizio Quilici spinge il lettore ad andare oltre la luminosa facciata di questi illustri personaggi, per farlo soffermare invece sulle loro mancanze di genitori che li riportano a una statura umana, troppo umana, spesso detestabile.
Note biografiche
Giornalista, laureato in Giurisprudenza con una tesi sugli effetti della deprivazione paterna, è stato caporedattore dell’Agenzia ansa. Ha collaborato con la Società Italiana di Psicologia e nel 1988 ha fondato l’I.S.P. (Istituto di Studi sulla Paternità), di cui è presidente. Fra i suoi libri: Il padre ombra (Giardini, 1988), Onora il padre e la madre (Bompiani, 2001), Storia della paternità (Fazi Editore, 2010), Manuale del papà separato (Datanews, 2012).