Descrizione
Un libro che uccide. Una vittima innocente. Uno scrittore tormentato. Sono i perni di una vicenda ambientata in una città messicana nei primi anni ’50 che mette in scena un ampio campionario antropologico – dal dotto professore-libraio al losco giornalista, dal potente governatore al saggio bambino lustrascarpe, ai patetici mariachis – e misteriose, elusive presenze. All’origine c’è il terribile annuncio dato dallo sconosciuto Ramón in una lettera a Fabio O., l’autore del romanzo inneggiante alla purezza che l’ha folgorato: «Quando si è coscienti della propria sporcizia, si va a lavarsi. Io vado a lavarmi; non voglio più vivere. Vivere sarebbe sporcarsi sempre di più…». Vana è la corsa di Fabio per fermarlo: al suo arrivo sulla scena, il teatrale martirio del ragazzo – circondato di fiori bianchi, un crocifisso sul petto – si è già compiuto. E subito inizia per lo scrittore un assillante rovello: come può accadere che, nelle mani di un ingenuo lettore, il limpido messaggio di virtù e ordine del suo libro venga stravolto così, che un’opera intesa al Bene causi direttamente il Male, concretato nella morte fisica? È inspiegabile. A meno che qualcuno trami nell’ombra… Ma perché? Cui prodest? Seguendo il filo contorto di un insensato ricatto, tra una moltitudine di segni ambigui, strani incontri e apparenti divagazioni, Fabio riuscirà a condurre in porto la sua indagine, fino a una duplice spiazzante soluzione. Geometrico e allusivo come un film noir dell’epoca, Un suicidio adombra – trascendendola in un immaginario giallo filosofico – la vera e dolorosa storia degli eventi legati alla pubblicazione dello «scandaloso» Fabrizio Lupo, il romanzo di Carlo Coccioli che osò rivendicare la dignità dell’amore omosessuale. I brani del suo Journal, presentati in appendice in traduzione italiana, ne illuminano gli oscuri retroscena omofobici.
Note biografiche
Nato a Livorno nel 1920, laureatosi a Roma nel 1943, Carlo Coccioli si è specializzato in religioni orientali e in lingue e letterature camito-semitiche. Ha partecipato alla Resistenza ed è stato decorato con la medaglia d’argento al valore. Ha pubblicato il suo primo romanzo a Firenze, dove viveva, nel 1946. Nel 1949 si è trasferito a Parigi e nel 1953 a Città del Messico, dove è scomparso nel 2003. Autore di un’opera vasta e multiforme, composta in tre lingue e tradotta in tutto il mondo, può essere a buon titolo considerato uno dei maggiori scrittori italiani del ’900. Fra le altre sue opere ricordiamo almeno: Fabrizio Lupo, L’erede di Montezuma, Le corde dell’arpa, Documento 127, Uomini in fuga, Davide, Requiem per un cane, La casa di Tacubaya, Piccolo Karma, Budda e il suo glorioso mondo.