Descrizione
Messaggi Sufi di tipo mistico, filosofico, religioso e pratico, applicabili nella vita quotidiana.Questo volume raccoglie discorsi estemporanei dell’Autore degli anni 1918/1920. Essi abbracciano riflessioni di tipo mistico, filosofico e religioso; ma anche di tipo pratico, poiché tali principi vanno applicati nella vita quotidiana, se li accettiamo e se crediamo in essi. Eccone alcuni esempi: – Quel che cerchiamo nella vita, dobbiamo concederlo agli altri; se è la gentilezza, concedetela; se è la bontà, concedetela; se è la solidarietà; concedetela. Il segreto della felicità consiste in questo. – Noi esseri umani amiamo alcuni, proviamo avversione per altri; consideriamo uno degno di molta stima, un altro di nessuna. Per Dio, invece, tutti sono la sua creazione. Dio è amore, e ha creato l’uomo per amore. Egli è pertanto colui che ama e insieme l’oggetto dell’amore. – Tutte le religioni derivano da una sola religione: quella della Natura. La natura insegna ad ogni anima ad adorare Dio in un modo o in un altro, nella forma più adatta a ciascuno. Non importa il modo in cui una persona adora la divinità: importa soltanto la sincerità con cui lo fa; ciò che importa è che il cuore di chi adora sia puro e che la mente sia in contatto con Dio. Dopo aver letto questo libro si capirà che in questo giardino meraviglioso che è la Creazione, in questo roseto pieno di fiori e profumi, il giardino, il giardiniere e i profumi sono la stessa cosa.
Note biografiche
Nato nel 1882 a Baroda (India) da una famiglia di musicisti, fu egli stesso musicista di grande valore. Tuttavia, preferì rinunciare ad una brillante carriera in campo musicale per dedicarsi completamente alla diffusione del Messaggio Sufi in Occidente. Fu M suo maestro spirituale a dargli il compito di diffondere la saggezza del messaggio Sufi, poiché questo era il compito al quale Dio l'aveva destinato. Egli si recò quindi negli Stati Uniti nel 1910 e successivamente passò in Europa. Il Divino Messaggio fu da lui chiamato il Messaggio dell'Amore, dell'Armonia e della Bellezza. Tornato in India nel 1926, Hazrat Inayat Kahn vi morì, nel 1927, a New Delhi.