Descrizione
35 articoli di tagliente satira a un mondo – quello dell’Impero austroungarico –
che stava morendo e che correva senza freni verso due grandi guerre mondiali,
scritti da uno dei più penetranti interpreti del Novecento.
Con la malvagità e l’innocenza di un bambino, nei 37 anni di pubblicazione del
suo giornale – Die Fackel, La fiaccola – Kraus dissacrò la rappresentazione
della modernità con argomenti ancora oggi attuali, convinto che la parola sia
il rimedio omeopatico contro la chiacchiera che soffoca il mondo della stampa
e del giornalismo.
Basta la visione della comunicazione di massa e il periodo bellico che stiamo
vivendo a rendercelo, cento anni dopo, terribilmente vicino e indispensabile.
Note biografiche
Karl Kraus (1874-1936), è scrittore satirico e drammaturgo tra i più grandi di lingua tedesca.
Nel 1899 pubblica il primo fascicolo della rivista Die Fackel, di cui è e resterà unico editore, direttore e redattore, che ottiene un enorme successo.
Per 37 anni porterà avanti la sua opera dissacratoria - avvalendosi tra l'altro di prestigiose collaborazioni quali August Strindberg, Oscar Wilde, Franz Werfel e Georg Trakl.
La sua produzione si arricchisce via via di parecchi volumi di aforismi e di raccolte liriche.
Nel 1917 termina il grande affresco drammatico sul crollo dell'Impero, Die letzten Tage der Menschheit - Gli ultimi giorni dell'umanità, tra i massimi capolavori drammatici del secolo scorso.
La malattia e l'incombente minaccia hitleriana, della quale Kraus intuisce subito tutto l'orrore, lo inducono a tacere. Muore nel 1936, dopo aver assistito al puntuale verificarsi della catastrofe.
"La libertà di pensiero ce l'abbiamo. Adesso ci vorrebbe il pensiero."