Descrizione
«L’informazione genetica e il linguaggio umano sono gli unici sistemi capaci di conservare e trasmettere un numero illimitato di messaggi: con un insieme di poche lettere (21 per l’italiano, 4 per il linguaggio genetico) e di segni di punteggiatura si può scrivere qualsiasi testo e codificare il programma di un numero infinito di esseri viventi».
Centocinquant’anni fa Gregor Mendel pubblicava per la prima volta le sue ricerche sulle leggi che regolano la trasmissione dei caratteri ereditari da una generazione all’altra. Passato per lo più inosservato, l’articolo venne scovato solo nel 1900, ad opera di alcuni botanici che studiavano gli ibridi vegetali, i quali ne diffusero immediatamente i risultati: fu un evento rivoluzionario, che diede il via a un’eccezionale serie di scoperte e alla nascita di nuove discipline come la genetica e la biologia molecolare. Lo sviluppo di queste scienze ha consentito di acquisire conoscenze basilari sulle strutture e sulle funzioni biologiche degli esseri viventi; in particolare, la possibilità di manipolare il patrimonio ereditario, i singoli geni e il genoma nel suo insieme costituisce uno degli avanzamenti più straordinari della ricerca degli ultimi decenni. La capacità di agire al livello dei meccanismi biologici fondamentali segna infatti l’inizio di una nuova e delicata fase della conoscenza, destinata ad apportare radicali mutamenti di ordine concettuale e culturale e a sollecitare cruciali interrogativi di ordine morale e politico. Il volume offre una breve e agile storia del percorso compiuto dalle scienze della vita, una sintesi del processo di elaborazione teorica e filosofica che ha portato a considerare il patrimonio ereditario come un testo scritto nel dna e successivamente interpretato dalla cellula grazie a un codice universale, il «codice genetico»: un testo – modificato dall’evoluzione per selezione naturale – che guida la costruzione e il comportamento di tutti i sistemi viventi. Lungo questo rapido viaggio attraverso i progressi delle bioscienze gli autori mettono in luce le grandi questioni etiche che ne sono scaturite; questioni che non possono essere relegate alla sfera soggettiva del singolo ricercatore, né al sistema di norme comportamentali di un gruppo ristretto o di una specifica professione. È necessario valutare in maniera più approfondita i temi delle responsabilità e dei compiti degli scienziati, accanto a quelli della trasparenza, della comunicazione e dell’utilizzo dei risultati della ricerca. Tutto ciò implica una trasformazione ancora più generale e profonda, che coinvolge il ripensamento dei rapporti tra scienza e governo della sfera pubblica, in ultima analisi tra il sapere e il potere.
Note biografiche
Bernardino Fantini è professore emerito di Storia delle scienze biomediche presso l’Università di Ginevra.
Fabrizio Rufo è docente di bioetica e di etica dell’ambiente e della sostenibilità alla Sapienza Università di Roma. È stato co-curatore delle mostre internazionali Dna. Il grande libro della vita (2017) e La scienza di Roma (2021-2022) che si sono svolte presso il Palaexpo di Roma. È membro del comitato scientifico per il museo della scienza di Roma. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato Etica in laboratorio. Ricerca, responsabilità, diritti (2017, nuova edizione 2022) e Il codice della vita. Una storia della genetica tra scienza e bioetica, con Bernardino Fantini (2017).